nel mare di grano
uomini subtropicali
vanno come fantasmi
le buste di plastica in mano
la valle è una gola vasta
percorsa dall’elettricità
non può che parlare
……………………………….. infinite lingue
*
la rosa di gesso parla
pochi sono in grado di capirla
un esempio la formazione
del linguaggio
questa rosa è stata argilla
ora è una rosa
è una rosa
…………………. per così dire
che era argilla
……………………… domani cosa
sarà la rosa?
*
VIII
i lampioni si chinano sui corpi
assiderati dei santi
li accolgono nel paradiso
sostenibile
……………….. fotovoltaico
un muro mi domanda
…………………………………… e questa
è vita?
le facciate degli edifici
hanno tutte una bestemmia
……………………………………………… un grido
di rivolta o amore
……………………………. e sigle
su sigle
…………… scritte in colori acidi
per la notte sovraesposta
che attraversiamo senza volto
scritte per riconoscerci
nella lontananza degli anni
la luce langue
………………………. il neon
accende
……………. spegne
………………………….. accende
i profili incisi sui marciapiedi
dà loro il bacio gelido
dell’alba
……………… si spegne

Michele Donati (Faenza, 1994) si è laureato in Italianistica all’Università di Bologna con una tesi in Poesia italiana del ‘900 su Clemente Rebora e la musica: un estratto è stato pubblicato su Smerilliana (n.23, 2020) con il titolo Per un Rebora mal noto. Indagine su Rebora e il melodramma. Scrive sul quotidiano Corriere Romagna, è vicepresidente dell’associazione IndependetPoetry, con cui cura appuntamenti e letture poetico-musicali (Melusina di Antonio Porta, L’ospite che non giunse di Nella Nobili, La libellula di Amelia Rosselli nello spazio espositivo Officina Matteucci, Faenza, 2018-19). È autore e regista di spettacoli teatrali: Mazapégul, Museo Carlo Zauli (Faenza), Festival Tres Dotes (Tredozio), 2018; Canone a specchio, Fringe Festival (Edimburgo), Teatro del Navile (Bologna), 2019. Alcuni suoi inediti sono inseriti nell’Antologia Distanze Obliterate (Puntoacapo, 2021) curata da Alma Poesia.