Tratta I
La perlustrazione scalena delle carrozze
accerta la presenza di un assenso breve:
la striscia sul vetro si ripete
vagone dopo vagone. Il regime atroce del quasi
imperversa su polpastrelli e palpebre perché
tattile è il guardare un fondo cieco, ricercare
la biglia nella sabbia.
Siamo all’oscuro di tutto eppure
ci sentiamo al sicuro.
*
Tratta II
Non c’è stato tempo per capire
che il corpo dopo il fischio si fa lieve.
Il biglietto obliterato, la matita tra i capelli
o nelle tempie, dire sì perché e a te
che va la voce.
Ho provato a ridestare le ore,
disfarmi al contrario sopra un orologio.
Poi ho inseguito fin dove c’è stato spazio
*
Tratta III
Ci aspettavano da un’altra parte, due
ore prima, qualche minuto dopo.
Ci volevano mettere alla prova ma
ho corso da sola tutte le carrozze, ho
perso il fiato. E le gambe. Le braccia.
Qualcosa è esploso, qualcosa ha distrutto tutto.
Il sibilo è rimasto. A te. A me, la luce
Alessandra Corbetta (Erba, 1988) è dottore di ricerca in Sociologia della Comunicazione e dei Media e lavora come Adjunct Professor e Teaching Assistant presso l’università LIUC Carlo Cattaneo.
Ha conseguito un master in Digital Communication e uno in Storytelling. Ha fondato e dirige il blog Alma Poesia (www.almapoesia.it), con il quale ha anche curato la pubblicazione del volume Distanze obliterate. Generazioni di poesie sulla Rete (Puntoacapo Editrice 2021). Collabora con il blog spagnolo di letteratura e poesia Vuela Palabra, scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per Rete55 conduce la rubrica “Poetando sul sofà”, dedicata a grandi autori della poesia italiana. La sua ultima pubblicazione in versi è Corpo della gioventù (Puntoacapo Editrice 2019). Sue poesie sono presenti in diverse antologie e tradotte anche su riviste straniere.