Riccardo Delfino – Inediti

A mia nonna.

Non consumare di pena
i tuoi incalliti contorni.
Sei dolcezza mutilata
dallo sterpo delle vertebre,
dal tumore dei giorni.


*


Era ottobre che la luce
si lasciava oltraggiare
dalla triste stagione.
E noi poco amati,
cresciuti d’ignavia come
cose di poco valore.
E sotto l’anfiteatro della
Dea fortuna, l’inerzia
del cielo; le sagome brevi
del nostro vangelo,
attecchirsi alla notte
per non fare gelo.


*


Abito il sintomo di una
febbre primordiale, la prima
ferita di questo franare;
l’adolescenza dell’oblio:
il muto dialetto di Dio.

Riccardo Delfino nasce a Roma il 28 settembre 2000. Inizia a scrivere dai suoi 11 anni. Nel 2012 vince il secondo posto al concorso leoni di ferro e il primo premio al concorso città di casoria “Le parole dell’anima”.  È un arbitro di calcio e studia filosofia all’università “La sapienza” di Roma.

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