La stagione della caccia
Penserò a te,
avvolta in un timido vestito a fiori
che ti copre le gambe,
mentre passi un po’ di terra sulle guance
viola scuro sulle labbra.
Mentre finisci il tuo Campari
lasciando il rossetto sul bicchiere
e due gocce di pioggia sotto gli occhi grandi.
Penserò a te,
mentre un vortice di pensieri e parole mi scoppia in testa,
sdraiato sull’ erba bagnata dei venerdì notte
in cui hai avuto paura.
Penserò a me,
che proprio oggi che apre la stagione della caccia,
ho deciso di sbattere forte le ali
come un cormorano!
*
Fantasmi
È solo un sogno che non hai finito,
lungo una carreggiata che ti porta altrove
dove i pensieri non rimangono,
premono come fantasmi sulle tempie.
E ti fai spazio tra i vestiti della sera prima,
camminando tra le fiamme senza far rumore.
Non voglio svegliarti.
Il mio sogno diventerà il tuo.
*
Nascondigli
Un vortice di foglie ci abbraccia,
la danza dell’inverno arriva,
giallo a perdita d’occhio.
Un albero spoglio dopo un albero che non c’è più.
I nostri nascondigli preferiti,
lo spazio piccolo dei fulmini.
Ma s’allontana inesorabile l’eco
delle parole che non ci siamo detti.
*
La mejo città de tutte
Bello,
vedette mentre te fai grossa,
come la mejo città de tutte
quanno er sole se ne va’.
Bello,
cucinatte na cosetta,
mette a palla na canzona
e poi vedette magna’.
Bello,
guardasse come regazzini
che se fanno i gavettoni
quando a scola nce devono più anna’.
Bello,
mentre tutto attorno cade,
inventa’ ste du cazzate,
pe vedette ancora ride
e non fatteme scorda’.
Stefano Tarquini. Classe giugno 1978. Cancro. Sfizioso operaio. Padre. Innamorato di tutto e di niente. Non ama le festività e neanche le ricorrenze. Cocco di mamma e non solo. Non fa le lavatrici. Cucina. Canta. Bestemmia a volte. Aveva smesso di scrivere nel 2003. Ma poi…