Per tentare la luce del giorno
risaliremo il traffico dei morti –
ci vedranno tornare
quelli che stanno sull’orlo
e non temono, reggendosi
a stento, seduti lungo
il fiume di una città d’arte,
Gounod, ripetevi, la musica
lasciava seccare le labbra,
si vedevano fili d’erba tra i denti,
una nuova vita avanzava,
morente anche quella,
ma lungo il fiume di una città d’arte
col notiziario acceso (sopravvivenza, gridava,
per sospette calure estive),
niente marciava al suo posto,
neanche Gounod, a stento si reggeva.
*
In questa ora vuota
trafitta dalle offerte telefoniche
a mezza voce ti chiedo
qual è la sofferenza del giorno,
chi l’ha vinta da qualche parte,
se anche il punto più intimo
dei miei venti anni è affogato
nella gola dei buffoni e dei santi,
dei protettori dello sdegno –
c’è nella mezzanotte il senso
che abbiamo visto ieri, alla tv,
degli aborigeni, il fondo rosso
del cielo riempiva le poche ossa,
non avevano da dimostrare,
la terra era lieve perché si moriva
senza niente da dimostrare
a noi ogni ora è vana,
scivola di neve.
Mi definisce quel che mi salva.
*
Domenica ho aperto gli armadi,
li ho svuotati e richiusi,
come un’operazione a cuore aperto –
sono emersi detriti in seta, cotone,
microfibra, la pelle nera con bottoni argento,
ogni anno ha visto il suo cappello,
ora di lana ora di paglia,
alchemicamente la mia vita s’è vestita
ogni giorno di vento e cerniere.
Poi un poeta polacco, il pranzo,
un suono lontano che batte
alla finestra, forse è la storia
che tenta oggi di entrare,
bacchettarmi, “convinci gli assassini”.

Federica Picaro, nata a Napoli, classe 1995. Laureata in Filologia Moderna presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, è autrice di un saggio Un tema su Pier Paolo Pasolini (L’Universale Editore, 2019). Ha collaborato con riviste online, sue poesie sono state pubblicate sul Journal of Italian Translation di NY. Ha tradotto per Raffaelli Editore poesie dall’inglese. Nel 2020 pubblica È così che ci incontriamo per Kipple Officina Libraria.